Leandro Faggin
Faggin ottenne il primo successo nell'inseguimento individuale ai campionati italiani su pista dilettanti nel 1954, seguito dal terzo e secondo posto nei due anni successivi. Nel 1956 fu protagonista a Melbourne in occasione dei Giochi della XVI Olimpiade, dove vinse due medaglie d'oro: la prima nel chilometro da fermo, la seconda nell'inseguimento a squadre (con Antonio Domenicali, Valentino Gasparella e Franco Gandini.
Passato professionista nel 1957, per dodici anni consecutivi fu fra i primi quattro al campionato del mondo dell'inseguimento individuale; nel 1958 fu secondo, terzo nel 1961, ancora secondo nel 1962; vinse poi i titoli mondiali del 1963, 1965 e 1966, gli ultimi due sconfiggendo il belga Ferdinand Bracke, che lo aveva precedentemente sconfitto nel 1964.
In Italia non ebbe rivali e, per tutta la carriera dal 1957 al 1968, vinse il titolo italiano, per un totale di dodici consecutivi, la maggior parte dei quali sul velodromo Vigorelli di Milano. Vinse il campionato italiano dell'omnium nel 1959.
Fra le sue vittorie ci sono anche nove Sei Giorni e numerosi record mondiali nel chilometro da fermo e nell'inseguimento, specialità nella quale arrivò sotto il muro dei 6 minuti (sui 5 chilometri) con il miglior tempo del 19 luglio 1962.
Morì di un male incurabile a soli 37 anni. A Leandro Faggin è stata intitolata la blasonata scuola di ciclismo di Padova che tra l'altro gestisce il Velodromo Monti.